Comunicato stampa Medea

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Comunicato stampa

PATRICIA ZANCO È MEDEA: CIGLIO ASCIUTTO E CRUDELE LUCIDITÀ, VOCE DI DONNA CONTRO LA CATTIVA COSCIENZA

Al Teatro Astra di Vicenza venerdì 6 marzo, “Μηδεια – Medea – Metamorfosi” è costruito sul testo originale della poetessa Franca Grisoni nella lingua del lago di Garda. Ricerca e visionarietà per un’aspra critica nei confronti di una società che anche oggi condanna a morte i propri figli.

(Vicenza, 02.03.2015) Attraverso la sua voce ha fatto rivivere figure femminili intense e drammatiche come Antigone, Cassandra, Tina Merlin e Maria Callas: Patricia Zanco ha sempre amato raccontare donne forti, impegnative, capaci di assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie azioni contro tutto e tutti. La sua ultima prova teatrale, mentre è già in lavorazione una nuova piéce sulla pittrice messicana Frida Kahlo, è “Μηδεια – MEDEA – METAMORFOSI”, lo spettacolo che l’attrice e regista vicentina porterà in scena con la compagnia Fatebenesorelle teatro venerdì 6 marzo (ore 21) al Teatro Astra di Vicenza. Un lavoro di ricerca linguistica e di sperimentazione vocale e sonora che racchiude un’aspra critica alla società patriarcale fondata sulla menzogna, valso alla compagnia la finale al Premio Off 2014 dello Stabile del Veneto.
A fare da prologo allo spettacolo, la mitica Legrosega Pandùda, opera dell’artista Andrea Grotto, coprodotta da Dolomiti Contemporanee.

L’evento fa parte della stagione “Terrestri 14/15” (fuori abbonamento), curata da La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione per il Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven e Askoll.

È una Medea contemporanea, che si riappropria del mito attraverso i suoi diversi interpreti – Euripide, Apollonio Rodio, Pierpaolo Pasolini, Heiner Müller -, quella che emerge dallo spettacolo di cui Patricia Zanco firma drammaturgia e regia con Daniela Matiuzzi. Un lavoro che mette in scena tutta la complessità di un personaggio femminile caratterizzato da passioni violente e inconciliabili: vittima e carnefice, debole e forte, sposa tradita e madre infanticida. Lo spettacolo è costruito intorno al testo originale di Franca Grisoni, una delle voci più significative della poesia contemporanea italiana e autrice di uno struggente monologo attraverso cui rivive la protagonista della tragedia euripidea del V secolo a.C.: un testo giocato sulle sonorità di una lingua arcaica in cui il lago di Garda (Sirmione è il luogo natale della Grisoni) lascia il segno dei suoi antichi fonemi barbari. Una lingua aspra per raccontare la straniera per antonomasia, donna sola contro l’arroganza del potere, in una terra inospitale che la vede, tradita e abbandonata dal marito Giasone, vendicare il suo dolore uccidendo i propri figli, con l’intento di eliminare con questo sacrificio l’intero seme di un’umanità corrotta.

Sul palco, Patricia Zanco dà corpo e voce ad una Medea sola, devastata, resa cieca e brutale da un dolore che non si può dire con parole ordinarie. Rivive così il dramma che conduce infine alla pietas, mentre il mito diventa un simbolo universale di bruciante attualità: il lamento di Medea per i propri figli uccisi diviene infatti il lamento di ogni madre per tutti i figli mandati a morire, per guerra o per mare, nei conflitti generati dalla brama di potere o inseguendo l’illusione del benessere in qualche terra lontana. Un tema a cui si aggiunge quello dello straniero, del diverso, di colui che parla un’altra lingua ed è respinto dalla comunità in cui cerca di inserirsi a causa del sospetto e della diffidenza che genera in essa.

In scena la cantante Roberta Guidi, la danzatrice Valentina Dal Mas e gli attori Andrea Dellai, Alessandro Sammartin e Daniele Preto, per uno spettacolo scandito dalla voce densa di suoni della Zanco, che si amalgama con la partitura musicale di Michele Braga e Enrico Fiocco, in una continua oscillazione tra antico e contemporaneo.

“Come possiamo stare dentro ai miti, oggi – interroga Patricia Zanco – se non proviamo a muoverli dentro al nostro tempo? Medea ci dice di un tempo senza futuro per i figli che partono per paradisi inventati verso i loro domani che non li hanno aspettati, e li ritroviamo morti in mare, un mare rosso del loro sangue. Li ritroviamo davanti a noi, i figli, e ci fanno paura le loro domande a cui non sappiamo più dare risposte. Ci si commuove, ci si indigna alla ricerca di una verginità già da tempo stuprata. Dopo le lacrime e lo sdegno, tutto rischia di essere uguale o peggiore. Nulla muta e la contraddizione resta dentro la cerchia dei palazzi e delle istituzioni. Per mutare non bisogna commuoversi, ma spostarsi fuori dall’incantesimo funesto del cerchio comune. Occorre la spietatezza di chi demolisce facendo dissolvere i fantasmi e impedendo la cattiva coscienza. Ciglio asciutto e crudele lucidità”.

I biglietti sono in vendita al costo di 12 euro l’intero e 10 euro il ridotto.

Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.it, www.teatroastra.it

Informazioni per la stampa:
Gloria Marini
La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione
334 9187656, gloria.marini@piccionaia.org

ONORATA SOCIETA’ | 6 febbraio 2015 | Rovereto

Locandina nuova VAJONT

6 FEBBRAIO 2015 | ORE 20.45

TEATRO ZANDONAI | ROVERETO

con Patricia Zanco

drammaturgia Francesco Niccolini

regia Daniela Mattiuzzi | Patricia Zanco

primo Spettatore Roberto Aldorasi

luci Federico Fracasso

scena | costume Riccardo Ricci

video Giancarlo Beltrame

consulenza storica Toni Sirena e Ass.Cult. Tina Merlin

Onorata Società al Teatro Camploy di Verona

| ONORATA SOCIETA' | 12 Dicembre | Belluno

ONORATA SOCIETA’      

di Francesco Niccolin con Patricia zanco regia Zanco | Mattiuzzi primo spettatore Roberto Aldorasi consulenza storica Toni Sirena e Ass. Cult. Tina Merlin prod. fatebenesorelle Teatro

Venerdì 16 Gennaio ore 20.45 | Teatro Camploy – Verona | Rassegna L’Altro Teatro

Onorata Società svela impietosamente l’ipocrisia e la violenza della classe dirigente, feroce il banchetto al quale sono seduti presidenti, vassalli, valvassori, servi e luogotenenti che nella carne affondano i denti. Impuniti ingrassano: industriali, scienziati, tecnici, avvocati, giudici. commercialisti, professori universitari, notai, giornalisti, funzionari dello StatoCosa accadde dopo la frana? Dopo che si è consumata una delle tragedie più annunciate e denunciate della storia italiana?

ONORATA SOCIETA’ racconta quello che Sandro Canestrini – l’avvocato di parte civile al processo contro i costruttori della diga, a L’Aquila, nel 1968 – ha chiamato genocidio di un’intera comunità, provocato dalla mano criminale di una classe industriale senza scrupoli e da uno Stato incapace di difendere il territorio e i suoi cittadini.  Il Vajont diventa così tragico modello esemplare che in Italia si ripete ovunque e sistematicamente, per arroganza e corruzione.

Ma allora di chi ci possiamo fidare?

Informazioni

3395660640 – www.comune.verona.it/teatrocamploy                                      

ONORATA SOCIETA’ | 12 DICEMBRE 2014 | TEATRO COMUNALE DI BELLUNO

                                            ONORATA SOCIETA’                                                Il Vajont contro il Vajont

di Francesco Niccolini
  con Patricia Zanco
  primo spettatore Roberto Aldorasi
   regia Daniela Mattiuzzi | Patricia Zanco
     consulenza storica Toni Sirena e Associazione Culturale Tina Merlin

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Venerdì 12 Dicembre ore 20.30 | Teatro Comunale – Belluno

Con il patrocinio dell’Associazione Culturale Tina Merlin e della Fondazione Vajont

Informazioni: 366/1074351 – 0437/380366    

Onorata Società
è il nuovo spettacolo di Patricia Zanco che cerca di ridipingere la tragedia del Vajont, con sottile ironia, sollevando un contenuto importante senza svilirlo.
Cosa accadde dopo la frana? Dopo che si è consumata una delle tragedie più annunciate e denunciate della storia italiana? ONORATA SOCIETA’ racconta quello che Sandro Canestrini – l’avvocato di parte civile al processo contro i costruttori della diga, a L’Aquila, nel 1968 – ha chiamato genocidio di un’intera comunità, provocato dalla mano criminale di una classe industriale senza scrupoli e da uno Stato incapace di difendere il territorio e i suoi cittadini.Il Vajont diventa così tragico modello esemplare che in Italia si ripete ovunque e sistematicamente, per arroganza e corruzione.
Ma allora di chi ci possiamo fidare?